Sedotti e abbandonati


Trovare Cristo
equivale a mettersi a cercare.
Egli infatti ci fa vedere,
attraverso di sé,
un Dio che si nasconde.


Dopo essere giunti a te, Gesù, ora non possiamo che

dire: tutto ricomincia, in modo nuovo; occorre rimettersi a

cercare, daccapo. Ci hai indotti a te, ci hai sedotti fin qui,

e adesso? Dove sei finito? Dov’è Dio?

Sparito, svanito qui, mentre stavamo toccandolo attraverso

di te. Sei qui tu, ma Dio non c’è, ci sfugge.

Pensavamo di essere più vicini a Dio, invece no. Più

vediamo, più ci rimane da vedere. Più comprendiamo, più

ampio appare l’orizzonte da comprendere.

Ci sentiamo sedotti e abbandonati. Abbracciati dall’amore,

al quale non abbiamo potuto opporre resistenze,

pensavamo di aver rag giunto... Invece, le certezze non ci

sono. Abbandonati?... Dove sei, Dio? Riemerge la domanda:

ci credo o non ci credo a questo Dio?

La domanda che mette in moto la ricerca di Lui.

Smettere? Lasciar perdere?

Dopo il fascino di Gesù, è impossibile tornare indie tro;

è una forza troppo forte questa che ci spinge a cercare

ancora.

È ancora una sfida... Ad andare ancora più su di noi

stessi, di dove pensavamo di essere giunti. Abbiamo forse

toccato il mistero... Ma ora, tutto ricomincia: occorre

lasciarsi toccare da Lui, e que sto è tutto una novità, un

ricominciare. Ci sei e non ci sei, Dio.

E siamo proprio daccapo, alla fede dei bambini. Ci sei,

in Gesù; non ci sei, in Te Stesso; ti vediamo, Gesù; non ti

vediamo ancora, Dio. Sei la nostra contraddizione! Chi

sei? Ci sei? Vedevamo il mare, da lontano, di una certa

grandezza... Ora, avvicinandoci, questa grandezza aumenta,

spazia ancora di più attorno a noi. E ci sentiamo soli, di

fronte ad esso. Salendo sul monte, guardavamo alla vetta

da rag giungere... Ma proprio ora che la sentivamo vici na,

ecco che ne sono apparse altre attorno, ecco che il panorama

è diventato immenso... E quella conquista ci è parsa un

gioco da bambini. E ci sentiamo delusi e scoraggiati,

abbandonati. Parlavamo sempre più e sempre meglio di Te

a tutti, con sempre più entusiasmo; ma ora, di fronte a queste

delusioni, non possiamo far altro che tacere. E loro,

ora, a beffeggiarci, a dirci: ma ne valeva la pena?

Non erano stupidate quelle che ci dicevate? Già... Non

sono stupidate quelle sulle quali noi ancora contiamo?

Siamo stati ingannati da Te, Signore, e poi abban -

donati? Lasciarti perdere?

Mentre lo vorremmo, sentiamo quel fascino troppo

forte che ci spinge a cercarti ancora. Prenderti così?

C’è la ragione che ci dice: ma dov’è questo Dio?

Signore, sei la nostra contraddizione, e noi stiamo andando

in giro, per le strade, e diciamo a tutti: sì, sì e no, no di

Te. Ci domandiamo se non è il caso di torna re alla normalità

della gente per bene e normale; perché ci hai posto nel

cuore l’ardore di Te? Perché questa irrequietezza che sem101

bra non trovare mai alcun riposo? Non potremmo tornarcene

tranquilli alle nostre faccende, senza pensare a Te in

questo modo? È questo tuo Cristo che ce lo impedisce:

dentro di noi ne sentiamo troppo il fascino: questo mistero

che ci respinge e ci attrae nello stesso tempo; che

vogliamo rifiutare ma che nello stesso tempo sen tiamo

essenziale per la nostra vita. No, non ci riusciamo a essere

testimoni di questa ricerca... Non siamo ancora nella tua

logica che ci chiede di testimoniare la debolezza e i dubbi;

di fronte a questo mondo, ci sentiamo invalidi e incompresi,

senza possibilità. Ci viene da piangere e da ridere...

Piangiamo, perché nulla abbiamo risolto, in concreto, in

sicurezze, in affermazioni; ridiamo, perché c’è dentro di

noi una spinta ad andare avanti in questa logica illogica,

che relativizza tutto quanto e fa sorridere. Fin dove,

Signore? Fino a quando?

Vorremmo vedere il dove e il quando di queste tue realtà;

ma non ci è dato altro che un segno: Gesù. Ci vuoi nella

totale disponibilità a Te, Signore... Non solo ci hai sedotti,

ma ora vuoi che tutto di noi sia tuo, a tua disposizione...

Che in noi tutto quanto sia Te. Ma il nostro lasciare tutto

quanto e dire: Sia fatta la tua volontà, Venga il tuo regno...

Questo, non ce la sentiamo proprio di affermarlo.

E intanto Tu ti nascondi... E in noi così cresce il desiderio

di Te. Ci rivolgiamo a Gesù, e Lui ci dice che esisti

e sei Amore... Poi, lo sentiamo gridare sulla croce: “Dio

mio, per ché mi hai abbandonato?”. Gesù, ci hai rivelato

Dio... come Colui che si nasconde. Mentre ci fermiamo a

Te, Tu ti nascondi; appena ci volgiamo altrove, ti mostri;

e quando ci rigiriamo per vederti, scompari di nuovo ai

nostri occhi. E un gioco che ci diverte, ma che anche ci

pone nel cuore il dubbio di essere beffeggiati.

Nel dubbio... sorridiamo. E ciò ci dà nuova forza e

capacità di procedere. E sentiamo allora che il nostro sorriso

è animato da Te. Ma perché soli, sempre soli e non

ancora compresi? Perché il mondo non accoglie ancora

questa realtà di Te?

Perché se tutto vale in Te, si continua a far valere fuori

di Te? Perché continuare questa inutile testimonianza che

soltanto ci procura incomprensione e fastidi?

Non sappiamo come rispondere... “Venga il tuo

Regno”. Già, forse, ci manca proprio questa totale

disponi bilità a Te, a null’altro che a Te. Vorremmo accelerare

questa venuta del Regno, vor remmo sentirci più protagonisti

di quest’avvento, vor remmo che ci vedessero

meglio e più vicini a Te, sedu ti alla tua destra o alla tua

sinistra, in questo Regno. E mentre ci sediamo sulle poltrone,

quasi a fare una prova, ci vediamo in mezzo non la

poltrona del tuo essere Re, ma il tuo Cristo, sulla croce:

“Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. E il suo grido ci

fa rovesciare da quelle poltrone, sulle quali ci eravamo un

poco illusi, per un certo tempo, che il Regno fosse lì.

Pensavamo che questo amore col quale ci hai sedotti ci

tenesse ancora ben stretti a Te, abbracciati in que sto legame

che ci procurava immenso piacere e gioia. Invece,

tutto quanto ora pare dissolto: soli, di fron te a tutti.

Vorremmo a questo punto disperare, gridare di fronte

alla nostra solitudine e incomprensione da parte degli altri.

Ma sorridiamo: quel Gesù abbandonato lo sentia mo

anche come il Risorto, colui che anima i nostri dubbi e le

nostre attese e ci fa tacere e sorridere. Crediamo che il

nostro essere abbandonati ci condu ce alla Risurrezione

anche se non vediamo nulla di certo e sicuro a questo

riguardo: solo il nostro sorriso.

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Questa solitudine tu la riempi, Signore. Non sappiamo

quando né come, solo che. Lo impariamo guardando ancora

a quella croce sulla quale Gesù grida: “Dio mio...!”.

Proprio Lui, anche Lui, Gesù, che è tuo Figlio, rima ne

solo. Anche Lui, come noi, si stava aggrappando a quel

“suo” Dio che gli avrebbe dato la speranza, l’unico appiglio

di salvezza in quel momento. Ma anche per Lui, hai

voluto che nessun Dio si aggrappasse a quella croce, che

anche quel suo Dio scomparisse, per lasciare la totale

disponibilità solo a Te.

E così, mentre nel grido di tuo Figlio quel “suo” Dio

scompariva, appariva sempre più la Tua presenza, motivo

della Risurrezione. Quanti “dei” da abbandonare, in noi.

Quante volte ci illudiamo di esserci aggrappati a Te, e

invece è solo un idolo. E il tuo Figlio ce lo ricorda, e ci

svincola da essi. Tu entri nella nostra vita, Signore, solo se

c’è spa zio tutto e solo per Te.

Quanto sei esigente! Te lo diciamo con indignazione e

nello stesso tempo con il sorriso.

Ci seduci e poi ci vuoi ancora con tutta disponibilità per

Te! Incondizionatamente !

Ci vuoi come Tuo Figlio sulla croce?

Rispondi!

Diccelo!

Dalla croce si udì il grido: “Dio mio, perché mi hai

abbandonato?”, e questa fu l’unica risposta, l’unico segno di Dio.
Non so se, dopo tutti questi anni trascorsi nella fede cristiana,

ora Lui ci chiederà di arrivare al punto di suo

Figlio, là, sulla croce, in una situazio ne simile alla sua.

Intanto, sembra che ci stia chiedendo la totale dispo -

nibilità a tutto: ci chiede, attraverso Gesù, di dire con Lui

e come Lui: “Venga il tuo regno; passi da me que sto calice,

ma sia fatta non la mia, ma la tua volontà”. Ecco, ci

chiede questo: semplicemente TUTTO. Anche Dio.

“Come anche Dio? ...che significa?”. Sì, come suo

Figlio sulla croce: chiede a noi di lasciare tutto, compreso

il nostro Dio. “Eh, certo ...Sei matto?”. No, al massimo,

Lui è ad essere matto. “Ma come... come può chiederci di

rinunciare anche a Lui, al nostro Dio? Rinunceremo a

tutto, d’accordo, al male, ai nostri attaccamenti, alle nostre

cose... Va bene, a tutte queste cose... Ma a Lui?!”.

Sì, proprio a Lui, staccarti da quel Dio al quale ti sei

legato come ultima -speranza per non sentirti abbandonato.

“Ma... poi? Non mi resta proprio più nulla!”. Bene,

proprio come per Gesù sulla croce! E allora sarà Lui stesso

a manifestarsi a te come il motivo della tua

Risurrezione. Entrerà nello spazio vuoto, totalmente

vuoto, che gli hai lasciato. “Ma com’è possibile arrivare

fino a questo punto? È troppo difficile!”.

Non preoccuparti: Lui sta già orientando tutto quanto

della tua vita, perché a poco a poco tu vi possa giungere,

a questo passo. “E come...?”.

Come e quando non ti è dato di sapere. Ma certo sta

avvenendo. Non dicevi prima di sentirti sedotto e abbandonato

da Lui? “Sì...”.

Ecco: stai già percorrendo la via che va verso que sto

passo decisivo: arrivare alla croce totale, non so se arriverà;

ma ti sarà certo chiesto di essere dispo nibile ad arrivarci,

per poter ritrovare Dio e la Risurrezione.

“Ma Dio... Non ce l’ho già?”.

Sì... ed è questo il guaio! Devi ora essere disponibi le ad

abbandonarlo e la croce ti aiuterà a sentirti abbandonato da

Lui, a creare così più disponibilità a Dio: non al tuo, ma a Dio.

“Che vuoi dire con questo: lasciare Dio per ritrovarlo?...”.

Che a Dio non ci si può attaccare mai... Fossimo anche

sulla croce, come suo Figlio: anche in quel momento,

disponibili a lasciarlo, a non essere legati a Lui: questo è

Dio! Quello che hai tu, ora, lì, tra le mani, e che esiti a

lasciare perché a Lui ti sei troppo legato, quello è soltanto

il tuo dio, un idoletto: bello, confortante, ma... tuo, a tua

misura, mentre Dio è l’infinito. Questo Dio che ti sfugge...!

E nello stesso tempo ti si da! Che mistero! Che Dio!

Sedotti e abbandonati... È il respirare Dio; è accor gersi

che Dio c’è e non c’è, che si sottrae nel momento in cui si

dona; che Gesù lo rivela come il nascosto; che la croce,

mentre sembra ucciderti, ti apre alla vita.

Seduzione e abbandono sono solo due passi sulla strada

di Dio.

Sono solo due passi con Dio... per un nuovo cammino.