Le dirò questo e quest’altro...
E mi preparo, quasi a fare le prove di come e di che
cosa è meglio esprimerle.
E poi, quando appare di fronte a me il suo sguar do, di
colpo tutto questo appare inutile, di fronte alla sua semplicità,
che subito mi mette a mio agio, come se avessi già
detto tutto e anche di più. Le parole non servono e non
bastano più. Allora, basta stare con lei in silenzio, sentirla
vici na, sentirmi vicino a lei.
In silenzio... come se tutto si chiudesse, in quel
momento, custodito e segreto, in quell’atmosfera di strano
e di misterioso tra noi, invitandoci a vivere un’esperienza
nuova, mista di strazio e di gioia del cuore.
Di strazio, perché sento che mi manca, e già appe na mi
accorgo che sto per allontanarmi da lei, e questo mi fa soffrire,
perché mi ritrovo solo e in balia degli eventi del
mondo attorno, senza una guida, un’amica, un’educatrice
del cuore. Di gioia, perché mi riconosco sempre indegno
di viverle accanto, e il dono della sua presenza è tanto prezioso
che, come di fronte a un gioiello luc cicante e sfavillante,
non oso quasi neppure solle vare lo sguardo per
ammirare questa impagabile ed incredibile realtà che mi è
donata senza mio merito.
Sta di fatto che tra noi è così e non può essere che così:
strano amore.
Strano nel senso più profondo: un amore ‘stranie ro’:
‘extra’: che viene da fuori, non in mano nostra: sempre da
ricercare e da accogliere, e che ci man tiene pronti al nuovo
e all’avventura, all’esperien za del ‘già’ e alla scoperta del
‘non ancora’. È ‘già e non ancora’ amore.
È un cammino tra noi, giorno dopo giorno, e chis sà
quante sorprese e quante situazioni ci riserverà questa
esperienza.
Una ragazza essenzialmente semplice, e forse pro prio
per questo eccezionale. Il suo nome? Maria... Maria di
Nazareth!